L’Angoscia e il tormento

L’ANGOSCIA E IL TORMENTO

Solo un filo mi lega al tuo cuore .

Mi tieni stretta, per paura che fugga …

Sempre con te dall ’alba al tramonto.

Dammi la forza !

Oggi mi manca.

Mi sento persa, sbattuta e ferita .

Solo con te mi sento diversa .

Cambi il mio viso con una sola parola.

Veli di neve i miei occhi che hanno pianto tanto.

Tutte le lacrime diventano perle.

Mi tieni la mano…

Mi leghi al tuo cuore.

Un filo invisibile … lo chiami Amore.

Un filo che non seda le mie paure…

L’angoscia , il tormento.

Un dolore latente da tempo mi rode

come un veleno mi strappa la pelle .

Graffia il mio cuore…

Un morso all’Anima distrugge l’essenza.

Io sempre qui a contare i minuti.

Quelli di ieri, di oggi, dell’incerto domani .

Asciuga i miei occhi … Slega il mio cuore

Mi tieni stretta !

Tanto stretta da non farmi fuggire.

E’ tempo che liberi la mia Anima triste.

E’ tempo che sciolga il groppo alla gola.

Soffoco da non potere manco gridare .

Spezzo quel filo tutte le volte..

Con la mente fuggo leggera , eterea,

una nuvola che bagna di pioggia .

Lacrime scivolano via

non m’accorgo del pianto

Legata da un filo sottile ,

un filo che resiste alle intemperie del mio cuore ferito.

Rimango legata !

Non riesco a fuggire.

Desirè Kariny 9 Giugno 2015

Allora perchè sto così

Allora perchè sto così

Questa poesia è dell’8 Dicembre 2016, ma è come se l’avessi scritta stamattina…
Ho lo stesso umore…
Lo stesso sapore che sa di antico…
Ma sono i miei giorni che sfumano il sapore ch’è sempre lo stesso…

ALLORA PERCHE’ STO COSI’ ?

Oggi sono triste, una tristezza vecchia e pur sempre nuova .

Voglia di piangere e gridare …

Ma già grido dentro .

Vorrei essere più serena…

Invece eccomi nera e afflitta

quasi senza voglia di vivere .

Qualche lacrima per lavare la tristezza

ma è troppo grande per lavarla con le lacrime.

Credo che mai riuscirò a uscire dal tunnel .

Sono come i drogati…

Ci ricado sempre e ogni volta rialzarmi è più difficile .

Cerco di disegnarmi un sorriso per andare avanti…

Ma è una smorfia…

Chi potrebbe capirlo ?

Solo chi mi conosce profondamente…

Nessuno !

Manco chi mi vive accanto capisce la mia instabilità .

Quasi fossi trasparente .

Mi guarda e non mi vede.

Un corpo che si muove.

Per lui sono bella perfetta.

Non vede le storture della mia Anima…

Quando sono avvolta in questa nebbia fitta

la coltre che non riesco a dissipare .

Non mi manca nulla…

Non mi fa mancare nulla…

Allora perché sto così…

Perché ?

Desirè Kariny 8 Dicembre 2016

A pugni stretti

A pugni stretti


Ho imparato a respirare
nei lunghi giorni afosi
quando l’ aria torrida spezzava il respiro.
Dilaniata da dubbi atroci e frustrazione.
Nei giorni freddi con il gelo
che annebbiava la mente.
Schiarisco ora le idee
per rifiatare l’essenza.
Imparo a destare la mia
Anima stanca.
Lei che non ha conosciuto tregua nè ristoro.
Lei che ha vissuto nell’ amarezza
biasimando se stessa .
Delusa e infelice chinando la testa.
Non ho saputo lottare
non ho saputo ascoltare il cuore umiliato .
Stillava sangue a fiotti.
Nessuno mai ha capito.
Lacrime amare senza conforto .
Questa la vita che vivo da sempre.
Ho perso la via che portava lontano.
Senza indirizzo più lontana che mai
ma tanto distante che la luna è vicina.
Spremo la vita per imparare a sorridere.
Imparo ad amare !
Non lo so ancora fare .
Verità e conforto mi sono mancati.
Strappo i petali dei fiori di campo
papaveri rossi e margheritine da sfogliare.
tra l’erba verde che profuma di buono.
Mischio le carte per trovare il futuro.
Che sia soffice come pelle di bimbo .
La sensazione mi porta lontana
tanto lontana che ho perso la strada.
Solo così potrò sentire la vita
scorrere leggera tra le mie dita.
Sciolgo i nodi che mi legano stretta …
Schiudo la porta ch’è chiusa da sempre.
La pena è scontata esco dalla prigione .
Il senso della vita lo sveglio adesso.
Un lungo sospiro per maledire il passato.
Ho vissuto momenti a pugni stretti
unghie conficcate nella pelle
che sanguina ancora.
Decisioni forti da prendere ora .
Non so cosa fare !
Ardua impresa mi pare .
Devo ancora riflettere per poter ancora campare.©


Desire’ Kariny 21 Marzo 2024

Che incubo strano

Che incubo strano


Scuoti l’ Essenza che vive ancora.
Questo lezzo di fumo misto ad incenso…
Le lugubri ombre nella tacita notte.
Silente fruscio di morente anima .
Striscia come un serpente
e la tigre in te senti bruire.
Scompare la vitale linfa che non irriga più il corpo.
È la morte il rifugio per l’ Anima…
Il corpo ti abbandona
Il sangue non fluisce …
Il cuore è ormai silente
smette di trasalire
di far impazzire la mente.
La carne imputridisce …
I vermi banchettano .
E si spegne tutto !
È la fine di tutto …
Miseramente il nulla.
Che ne è del tuo aspetto ?
Della pelle così chiara che pare marmo .
Dei tuoi occhi che hanno visto …
Hanno visto di tutto
bramavano vedere un po’ di più…
Non m’è stato mai concesso.
Dov’è la classe innata
che t’hanno sempre invidiata..?
La tua sobria eleganza…
Mai artefatta…
Mai costruita…
Mai esibizionista.
Ritorno alla terra che terra poi ero .
Volevo volare librare le ali
quelle ali che m’ hanno tarpato
quelle ali spiumate dal giorno che fu.
Adesso riposo distesa in una bara.
Spazio ristretto ho paura del buio.
Ho timore di tutto e cerco di schiarire la mente.
La mente non c’è !
Allora perché questi pensieri ?
Sono il nulla e la carne è già disfatta .
Allora perché mi sento ancora oppressa ?
Ti seguirò anche dopo la morte
Ti terrò per mano per non farti fuggire.
Diceva sempre lui .
Ecco sento una mano che stringe la mia.
Scappa !
Dico a me stessa scappa…
Ma dove scappo se c’è il nulla ?
Improvvisamente sento battere il cuore…
Sono viva e respiro .
Che incubo strano !
Che follia ho vissuto .©


Desire’ Kariny 18 Marzo 2024

Ho rimosso quasi tutto ma fa ancora male

Ho rimosso quasi tutto ma fa ancora male

Ci sono momenti che è come se mi accovacciassi sulla mia esistenza e improvvisamente scordassi il perché sto vivendo e come lo sto facendo: mi sento inerte metto via le stranezze che mi hanno accompagnato e le delusioni che nel tempo mi hanno dato non solo instabilità, ma anche un senso di rigetto ,sembra come se li avessi bruciati e sparso via le ceneri, ma sono momenti perché poi ti si abbattono e coprono come un telo un po’ malandato da cui spuntano le ferite mai rimarginate e non solo da adulta , ma anche da piccolina.
Ecco..!
Da piccolina quando avevo bisogno di affetto e di sentirmi amata perché esistevo e non ero né un fantasma 👻 né un’ ombra e da lì ripercorro un periodo in cui vorrei non aver vissuto: avrei voluto scordare ; dico scordare che non è dimenticare, si scorda quando lo sradichi dal cuore e lo rimuovi.
Credo di aver rimosso tantissimi ricordi, non ricordo un bacio di madre né le parole che ogni madre dice alla sua piccolina, non ricordo le ginocchia di mamma come se non mi avesse mai presa in braccio, eppure sono stata neonata , allattata e cresciuta.
Sì… cresciuta , ma sempre piccolina allora ero, da quando ho memoria no, non ho ricordi.
Certo ho avuto la sventura di essere rimasta orfana di mia sorella, scrivo orfana perché non c’è una parola adatta per far capire la mancanza di una sorella, passavo tutto il mio tempo con lei e non facevo caso a mia madre, sapevo che c’era, ma se avevo difficoltà era mia sorella che mi accarezzava, mi pettinava e mi viziava anche se anche lei era piccola , ma giocava con me ed era lei che cercavo per ogni cosa e di marachelle ne facevamo, ricordo le sgridate di mamma, ricordo la mattina che mamma aspettava il taxi per portare Isabella al Policlinico di Catania perché doveva fare un check-up non stava bene .

Quella mattina facemmo colazione sul lettone di mamma e io sporcai il lenzuolo col latte e Isabella mise un ditino sul naso per farmi capire di stare zitta e non dire nulla perché mamma ci avrebbe sgridate, ma di quella mattina ricordo solo Isabella, e i capricci che feci perché volevo andare anch’io e non volevo lasciare la manina di Isabella, ma non ho ricordo di mamma e poi due giorni dopo mia madre con Isabella morta in braccio che usciva dal taxi e poi la bara bianca, le lacrime di papà e i gemiti di mamma, ma che era morta non riuscivo a capirlo: ero piccola perché Isabella morì a Settembre e io compivo 4 anni a Gennaio e mia sorella ne avrebbe compiuti 8 a Maggio; eravamo entrambe piccole .
Ricordo che mio padre mi prese sulle ginocchia e io asciugai le sue lacrime con la manica della mia camicina , mi sembrava tanto strano veder piangere papà. Prima di portarla via mio padre mi prese in braccio e me la fece salutare e mi aggrappai forte alla bara perché non volevo lasciarla, era così bella che pareva dormisse .
Sono stati giorni terribili e io stavo sempre sotto il tavolo perché mi sentivo sola e abbandonata ed effettivamente ero sola, le mie sorelle più grandi andavano a scuola e io non volevo andare all’ asilo dalle suore, piangevo tutto il tempo, ma forse mi mancava Isabella.
Tutte le mattine mia madre mi portava al cimitero e poi assistevo a scene strazianti che poi quando diventai mamma riuscii a capire il perché di quello strazio così doloroso e la sofferenza di mamma che pareva malata anche se aveva il pancione perché era gravida.
Mi torna in mente quella mattina che pioveva e mia madre mi prese per mano e fecimo la via crucis come tutte le mattine : passava dalla Chiesa del Rosario poi comprava i fiori e poi al cimitero sotto la pioggia ,si inginocchiava a terra e proprio quella mattina si mise a scavare perché dal dolore non riusciva a rinsavire , la sua follia era riprendersi Isabella e portarsela a casa ; piangevo con lei , poi le urla e il pianto richiamarono l’attenzione dei custodi che arrivarono , mi presero per mano e sollevarono da terra mia madre gravida che s’ era sporcata di terra l’accompagnarono fuori .
Ricordo ancora quelle urla strazianti , non riesco a scordarle .
Quella volta i custodi riportarono l’ accaduto a mio padre che non volle più che andasse da sola, ma l’ accompagnava lui .
Mio padre aveva comprato un pezzetto di terra per costruire la cappella per quasi un anno mia sorella rimase tumulata a terra, solo dopo le sue spoglie furono deposte nella cappella di famiglia dove adesso riposano gran parte della mia famiglia…Piano piano si sta riempiendo di tanti affetti di cui sento una mancanza spasmodica e dolorosa.
Ripenso spesso a quello a cui assistetti quel giorno e scrissi anche una poesia nel 2015 proprio per quel ricordo che mi lasciò il segno e ancora lo porto dentro come un macigno che non può scivolare.
Credo che quel ricordo me lo poterò alla morte perchè non ci sarà nulla capace di sradicarlo dal cuore.
Ripropongo la poesia che ho scritto qui sotto .©
Desirè Kariny 14 Marzo 2024

COME CERA

Come cera mi sciolgo al calore di parole d’Amore
di tenerezza e di sana passione.
Mi scalda il cuore anche da lontano
se la dolcezza m’arriva a parole .
Se fosse vicina io brucerei.

Un fuoco che arde incendia e consuma .
Un tarlo che rode e picchia la mente .
Quest’aria ribelle mi porta lontano
indietro negli anni ero ancora bambina .

Di tenerezza non c’era ombra .
Solo il mio gatto mi faceva le fusa.
La mano di mamma era straniera .
Non conosceva più la sua carne.

Strideva una voce era sempre la sua .
Gemiti pianti e grida strazianti .
Mi prendeva per mano e manco stringeva .
Chissà dove mi porta la lasciva mano.

Al cimitero ogni mattina .
La via crucis del quotidiano.
Ricordo pioveva sentivo freddo.
Sotto la pioggia lei che scavava.

A mani nudi piangendo e gemendo.
Aveva il pancione la gravida mamma .
Continuava a scavare e io guardavo .
Piangevo senza sapere il perchè.

Poi due anime buone accorsi per caso…
Alzano mamma di fango lordata .
Una ruvida mano stringe la mia
mi porta fuori dal camposanto.

Anche colei che ancora gridava…
Lasciate che prenda la mia creatura.

Tanti anni sono passati.
Quelle grida mi straziano ancora.
Povera mamma come soffriva.
Solo da mamma riuscii a capire
quale era la sua malattia.

Era il dolore quel morbo cattivo
la rendeva apatica la sofferenza.
Soffro per lei ancora al ricordo
ma anche gran pena ho per la bimba .

Come cera mi sciolgo alla scena straziante.
Quante volte presente subire inerme
ad insanie pazzie di estremo dolore.

Quella bimba ero io … Adesso son grande
non posso scordare… Mi tortura il ricordo.©

Desirè Kariny 10 Gennaio 2015

Nel nulla c’è silenzio

Nel nulla c’è silenzio

Il buio raccoglie l’ ultima lacrima
scende lasciando un solco
di latente infelicità .
Disfai quelle valige
che non hai fatto mai.
Sai che il giorno dopo è ancora uguale.
L’ultima lacrima ti lascia il segno
come il ceffone invisibile
urta il tuo viso di cera .
C’è silenzio e nel buio
senti solo i tuoi respiri .
L’affanno tormenta l’essenza
trattieni i sospiri…
quei lunghi sospiri lacerano il petto.
Diventano un ansimante rantolo.
Chi sei tu che turbi la mia pace e nel buio
ti accovacci sul mio rantolante petto ?
Chi sei per scompigliare la mia vita
arruffandomi i pensieri ?
Voglio tacitare la mente e nel buio
ritrovare il silenzio che pace porta.
Poi improvviso scappa un lamento
non di dolore…
E’ disperazione pura .
Questa è la mia esistenza
il mio futuro
la condanna senza sconti
che lacera la mente mia
lasciando solo una lieve illusione .
Mi basterà fino a chè fiorisca
un barlume di timida speranza .©

Desirè Kariny 11 Marzo 2024

La verità dei bambini e la bugia dei grandi

La verità dei bambini e la bugia dei grandi

Sono una persona sincera e dico la verità a costo d’essere brutale e forse anche odiata .La verità porta sempre imprevisti, la bugia lascia sempre tutti contenti :
evviva l’ipocrisia amata quasi da tutti.
Era da tempo che non ricordavo certi particolari che mi hanno riportato ad una certa situazione e ho sentito questa smania impellente di scrivere.
Arriva come un bisogno e ti si espande dentro e diventa quasi come un bisogno fisiologico.
Oggi ho ripensato ad un episodio successo quando avevo 5 anni circa…
A dire il vero nel reale non sono mai stata una chiacchierona esprimendomi a voce sono concisa, incisiva e sincera, questo è un tasto dolente perché non tutti amano la sincerità a molti la parola sincerità stona , non esiste nel loro vocabolario.
Per me un dialogo dev’essere sincero e alla sincerità bisogna attenersi con quelle 4 parole che devi portare a conoscenza senza lungaggini e arrivare al sodo senza preamboli né divagazioni e soprattutto attenersi ai fatti e non aggiungere null’altro.
Conosco persone logorroiche che dovendo riportare un discorso per ragionarci partono da tempi biblici per arrivare all’ odierno e poi si perdono in vie senza sbocco per poter esprimere e fare chiarezza che chiarezza non è mai perché perdersi e aggiungere particolari che non hanno senso interrompono il valore della verità.
La verità è come un’ espressione matematica non bisogna aggiungere, né omettere certi particolari, sfoltire ciò che non serve mai aggiungere giudizi o pregiudizi personali.
Da piccola ero molto taciturna , ascoltavo tanto e non parlavo mai ; spesso notavo che un discorso riportato diventava, come un comizio politico in cui si usano parole per attirare attenzione e cambiare anche le carte in tavola, un convincimento senza senso.
Lo notavo nei discorsi di mia nonna materna, dalle prozie e anche mia zia spesso sparava corbellerie e bugie e naturalmente io che da piccola ero sempre tra i piedi e presente con le orecchie a radar ascoltavo i discorsi dei grandi e mi pareva innaturale ascoltare le bugie dei grandi .
Anche le mie sorelle sono garanti della verità, ma non sono pignole come lo sono io che mi attengo ai dati e mai, mai mai aggiungo
nulla.
Ora prima di chiudere il discorso chiedo…
La verità cos’ è ?
È una cosa a parte o è solo incline a chi è sincero e non sdoppia mai la verità nel sentito dire o fa di una briciola una pagnotta .?
Tengo all’ Amicizia, ma quasi tutti i rapporti di Amicizia li ho interrotti perché cozzavano con la mia sincerità e la verità; per me il bianco è bianco, il nero è nero e non ci sono mezze misure e niente grigio che poi diventa un’ anomala verità . Oggi ripensando ad un’ episodio accaduto tanto tempo fa’, mi sono meravigliata e pensavo a quanto possa fare male la trasposizione di un discorso a cui non si deve aggiungere nulla : ad una domanda di mio padre risposi raccontando i fatti e mio padre s’infuriò e andò a rimproverare mia nonna ,ero presente e non mi piacque né quello che sentii né ascoltare mia nonna che mentiva spudoratamente dicendo che ero bugiarda.
Ero piccola ,ma papà sapeva che non dicevo bugie e quella volta per colpa della mia verità ci fu una lite che chiuse i rapporti tra i miei genitori e mia nonna che a dire il vero era una gran bugiarda veramente.
Una crisi familiare che perdurò per circa 8 anni, fui io a cercare mia nonna di nascosto dei miei genitori quando pensai che forse era tempo di ricucire quel rapporto che mi provocò l’ odio di mia nonna e di mia zia e un ingiusto ceffone di mamma che avrebbe voluto che io non avessi raccontato la verità , cioè il discorso a cui avevo assistito che riferii alla domanda di mio padre per filo e per segno, ancora se ci penso mi gira la testa come una trottola; andai a trovare mia nonna con le mie cugine che ritrovai nel mio istituto scolastico e non era cambiata, era rimasta tale e quale.
I bugiardi non cambiano pelle,rimangono fedeli al loro carattere che deforma la verità a loro gusto,se di gusto si può parlare.

Comunque ad oggi sono convinta che la verità dev’essere un moloc intoccabile e deve fare la sua strada cioè andare sempre avanti .©


Desire’ Kariny

L’8 Marzo ricorrenza dedicata a tutte le Donne: fiato sprecato

L’8 Marzo ricorrenza dedicata a tutte le Donne : fiato sprecato

Sono una Donna e come Donna cerco di difendere scrivendo i diritti di tutte le Donne , la tematica è ricorrente in molti dei miei testi perchè non basta scrivere l’8 Marzo, ma tutti i giorni accadono eventi tragici che fanno pensare a quanto sia lontana la parità di genere .Oggi la ricorrenza è falsa …
” Molte Donne scimmiottano l’ uomo e si comportano da svergognate, si festeggia in riunioni dove assistono a spogliarelli maschili, la dignità è sacra e quindi mai perdere d’ occhio la ragione , la vera ragione di questa ricorrenza .”
In realtà non avrebbe motivo di esistere perché la parità dovrebbe essere sacrosanta e non elemosinata : la Donna viene stuprata, picchiata e cannibalizzata ancora e forse peggio di prima…Non credo che si possa arrivare mai ad una parità di genere dove la famiglia cresce nell’ Amore e nella flessibilità di pensiero, si discute, si cerca di comprendere il perché della scelta e sempre in comune accordo.
Oggi è ancora come ieri e passeranno secoli per una parità di genere che possa fare la differenza sostanziale cioè essere libere e rispettate.
A tutt’oggi nel 2024 ancora esistono famiglie in cui l’uomo è quello che dirige tutto e la donna deve sottostare a quello che le viene impartito come un ordine : in buona sostanza esiste ancora il patriarcato e in quelle famiglie si ubbidisce e si tace, puoi avere istruzione, cultura , una laurea, ma sei trattata come se non capissi nulla solo perchè sei una Donna, porti i pantaloni perchè sono comodi e più pratici, ma chi li porta veramente è lui ” Il signore so tutto io ” anche se è ignorante come una capra. Non si ammettono titubanze, nè recriminazioni , quello che dicono diventa imperativo categorico e non serve neanche pensare di disobbedire.
Essere Donna significa educare i figli maschi al rispetto per la Donna e se tutte le mamme cominciassero a trattare i figli sia maschi che femmine alla stessa stregua, queste differenze di genere verrebbero col tempo attraverso le nuove generazioni estinte e invece molte mamme fanno di questi errori madornali , educando differenziando il genere, al maschio più libertà, la femmina molto più contenuta e meno libertà. Ci sarebbero tante altre cose da scrivere, ma quando scrivo di queste tematiche , molti non scrivono un accidenti, non sanno farsi un’esame di coscienza e dire la verità, non la dicono perchè è scomoda .

Di verità scomode è fatto il quotidiano e quando vorresti alzare la testa arriva la zampata della tigre che ti sotterra con violenza e la parità di genere te la puoi scordare .©

Desirè Kariny

Il profumo del vento

Il profumo del vento

È come l’ abbraccio che aspetti da tempo
Come la fuga che sogni da sempre
Vento tenebroso come un Adone
come un amante fruga e ti annusa.
Porta odori che stuzzicano
Struscia sulle cose che incontra.
Trasporta aromi piccoli intensi attimi di vita…
Allarghi le braccia quando ti agguanta.
Potesse cambiare il destino !
Spazzare tutto e farti nuove promesse.
Invece accarezza e sbatte
come se la rabbia fosse solo sua …
Sradica ove passa
trasportando sabbia spogliando di tutto .
Si porta via il tuo profumo
lo spande per la vallata.
Sbatte la vita anche se ti sta stretta.
Come fuscelli trasporta di tutto .
Sibila tra le canne col suo strusciare
tanto lento che pare vivo.
La rabbia del vento che misura anche il fiato.
A volte toglie a volte dà.
Potesse raschiare un po’ di risentimento
sarebbe l’ ideale .
Te lo senti addosso e cerchi riparo
Ma non è pioggia
lui spazza e spezza..
E nulla nulla di più.©


Desire’ Kariny 7 Marzo 2024

Spalle al muro

Spalle al muro

E quante volte ci sei arrivata
mai potrai contarle
avrai sempre un’ altra volta
da mettere tra quei momenti che affollano la mente.
Stretta in quella morsa
sbattuta furiosamente al muro.
Ne avrebbero da raccontare
quelle pareti che non abiti più.
Momenti che lasciano una scia che non solleva.
Non placa, non seda e vuole ragioni.
Con le spalle al muro ancora una volta
l’ ultima non si racconta .
Ti lascia un nodo scorsoio nell’ Anima.
Corda ingrassata di veleno.
Scivola stritolando lasciando i segni
Mai scompariranno.
Quei lividi passano dalla pelle al cuore.
Come i ricordi che fanno scempio nell’ Essenza.
E chissà quante Anime tutti i giorni
trattengono il respiro
con le spalle al muro e l’ Anima polverosa
per il tempo che lascia tracce.
Lunghi solchi che vedi solo tu.
Il cuore infrangibile
che cerca ragioni...
Ragioni di vita, ragioni di cuore .
Non fa differenza mai saranno considerate
sono solo tue e graffiano dentro.
Chi sei tu?
Tu che con furia credi di potermi sferzare…
Sei nulla e nulla rimani.
Soffro per non poter contestare…
Non ci sono ragioni
continui a soffrire dentro il bozzolo
che hai tessuto intorno al tuo vivere.
Spalle al muro avevi
Spalle al muro resti.©

Desire’ Kariny 5 Marzo 2024

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